sabato 17 ottobre 2009

Post catechesi - meditazione del Vangelo di domenica

La società dei Boanerges


Giacomo e Giovanni, Boanerges, che vuol dire figli del tuono; il Vangelo in 20 parti mette questi due nomi insieme. Nella comunità degli Apostoli, questi due stanno sempre insieme. Attraverso il legame famigliare costituiscono una comunità nella comunità. Purtroppo, il loro rapporto ad un certo punto introduce una discordia nella comunità di Cristo, quando, incomprensibilmente, cominciano a cercare il loro interesse.

Gesù continua a proclamare, a creare nei cuori dei suoi discepoli, il suo regno; è il regno della fratellanza, dell'amore, della pace. Ma manca ancora tanto. Bisogna che prima crolli il regno dei progetti, delle aspettazioni, del potere prepotente, costruito nella mentalità dei suoi poveri soci. Il desiderio, la brama del potere genera discordia, invidia, odio, violenza, terrorismo... È quello il progetto di Dio, dal principio del mondo, verso la società umana?

I Boanerges si separano per un momento dalla comunità degli Apostoli, rimanendo però nella comunità con Gesù, nel dialogo intimo attraverso cui impareranno; prima loro, poi il resto dell'assemblea apostolica. "Maestro, noi vogliamo..." Chiedono secondo la loro riconoscenza umana, secondo il loro parere, ma anche secondo il loro desiderio di rimanere nella comunità più stretta con Maestro: "Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra".

Gesù coglie la loro richiesta, la loro preghiera, con comprensione. Rivela le profondità del suo cuore divino, che cerca la consonanza (il "suonare con") con il cuore umano. Cerca di rispondere non tanto alla richiesta dei discepoli (ma sanno veramente che cosa è giusto chiedere?), ma al motivo della loro richiesta, che è, almeno in parte, il condividere la fortuna del Maestro. Non dice loro "sì" neppure "no" alla richiesta del posto onorevole, ma esprime il mistero della sua missione in cui la partecipazione degli Apostoli: "berrete il mio calice", cioè il calice del martirio, e "sarete battezzati con il mio battesimo", che è il battesimo di sangue.

Sembrerebbe che gli altri dieci Apostoli siano stati "risparmiati", custoditi da quella "lezione" amara e dolce insieme, ma essa non finisce qui. Anzi, sembra che condividono la debolezza degli altri due, facendo loro venire dei rimorsi: "Ma chi voi credete di essere? Sembrate a voi stessi più nobili degli altri, chiedendo i posti, i troni più vicini al Maestro?" Il regno aspettato dagli Apostoli, il regno umano, non è ancora venuto (e non arriverà), ma già diventa una causa della discordia, della rabbia nella comunità, così imperfetta, così debole con la debolezza umana, pur santa con la santità di Cristo presente.

La santità prevale. È Gesù chi guarisce, introduce la pace. Anzi, plasma in loro il cuore nuovo, vivo, il cuore di carne. Il cuore che non governa irrigidito, ma servirà teneramente. "Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore". Nella santità di Dio presente viene sciolta la discordia umana. Esiste una medicina migliore?

La ferita viene guarita, per quanto venga mostrata al Medico. Ognuno degli Apostoli la vive nel suo intimo. Che cosa accade nella mente di Pietro, dei Boanerges, di Giuda?

Avendo ammorbidito i cuori degli suoi ascoltatori, Gesù annuncia il messaggio della salvezza: "Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti". Pur essendo Dio, pur avendo la causa più giusta per governare, Gesù non opprime le sue creature, i suoi figli, le persone a lui affidate, non li conquista con forza, ma li guadagna, con amore e con tutto il rispetto della loro dignità e del loro libero arbitrio.

Conquistare il potere vuol dire umiliarsi, mettere sotto i piedi di un altro quello che è in me più prezioso: la scienza, l'eloquenza, la superiorità, la potenza di amare. Anzi: mettere tutto quanto al servizio della società della pace, della giustizia, del rispetto, realizzando in essa, rendendo presente, il regno di Dio.


1 commento:

fracris ha detto...

Ho dimenticato, ecco i testi liturgici della domenica, anche il Vangelo: http://liturgia.silvestrini.org/letture/2009-10-18.html